LOCUS AMOENUS
Il mio luogo preferito
Il locus amoenus, letteralmente luogo senza mura, nella letteratura classica e moderna, indicava un luogo piacevole, immerso tra piante ed alberi, spesso situato nelle vicinanze di una fonte o ruscello, ricco di ombra e in qualche modo simile al paradiso terrestre: un paesaggio naturale perfetto, immaginario o reale.
Se per Omero era l’isola di Calipso, per Boccaccio il luogo in cui i protagonisti del Decameron si rifugiano per sfuggire alla peste e per Petrarca la sua Valchiusa, per noi moderni, che viviamo circondati dall’asfalto e dai ritmi delle metropoli, è il luogo più amato, un luogo pieno di fascino, dove rifugiarsi di tanto in tanto per riposarsi delle fatiche quotidiane e ritrovare se stessi.
Il territorio della campagna romana, ha in tale senso un vasto patrimonio da offrire, ricco com’è di parchi e riserve naturali, laghi, fiumi e alture suggestive sulle quali si abbarbicano piccoli e grandi borghi che hanno secoli di storia da narrare. Il locus amoenus potrebbe quindi essere il lago di Bracciano, il Tevere a Torrita Tiberina, l’Appia antica con la sua teoria di monumenti, le stradine di Anticoli Corrado o ancora il santuario della Santissima Trinità.
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