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Tuscolo, la storia racchiusa in un parco

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Tuscolo è il nome dato all’omonimo parco, ancora mai costituito formalmente: un’area di circa 50 ettari di proprietà di Livia, Giovanni e Camillo Aldobrandini ed acquistata nel 1984 dalla XI Comunità Montana del Lazio con l’obiettivo di tutelare uno dei simboli più rilevanti dei Castelli Romani.

La storia di questo luogo, che si estende tra i comuni di Grottaferrata, Frascati, Monte Porzio Catone e Monte Compatri, è lunga e travagliata.

L’antica città latina secondo il mito fu fondata dall’eroe greco Telegono, figlio della maga Circe e di Ulisse; storicamente dovrebbe essere sorta come villaggio nel X secolo a.C. sul luogo dove poi sorgerà l’acropoli, in posizione dominante sulla vie Latina e Labicana. Proprio la posizione favorevole determinò lo sviluppo della città che tra l’VIII ed il VI secolo fu monumentalizzata.

Nel 381 a.C. Tusculum divenne un municipio romano e iniziò un processo di rinnovamento con la creazione del foro, una grande piazza porticata sulla quale si affacciavano la basilica civile e gli altri edifici pubblici, il teatro, gli impianti termali, il santuario e l’anfiteatro. Nel territorio extra urbano invece i nobili romani iniziarono a costruire le loro ville a testimoniare la fiorente età di sviluppo ed espansione della città.

La città continuò ad avere un ruolo importantissimo anche nel Medioevo fino a quando nel 1191 fu quasi completamente distrutta dall’esercito di Roma, alleato con Federico Barbarossa. Gli abitanti superstiti andarono a fondare la cittadina di Frascati, mentre ciò che restava dell’antica gloriosa Tusculum fu completamente abbandonata all’oblio fino all’Ottocento. Fu Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone ad acquistare, nel 1803 la proprietà dai gesuiti con l’obiettivo di iniziare gli scavi archeologici o meglio recuperare statue e reperti antichi. Nel 1820 a causa dei debiti Bonaparte vendette la proprietà ai Savoia che decisero di proseguire la campagna di scavo affidandone la direzione prima a Luigi Biondi e poi a Luigi Canina. Con un approccio scientifico i due direttori iniziarono una vera e propria stagione di ricerche che tra il 1824 ed il 1840 riportarono alla luce la storia ed i resti dell’antica città. Gli interventi di ricerca ripresero solo dopo il 1984, con l’acquisto dell’area della Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini. Dal 1994, in particolare è stato attivato un progetto di ricerca con la Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma-CSIC.

La visita all’area consente di rivivere tra le antiche rovine ed uno splendido teatro (sede di spettacoli estivi) un’esperienza suggestiva immersi tra la storia ed un panorama mozzafiato.

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