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Itinerari storici

La via Flaminia

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Alla scoperta dell’antica via

La consolare Flaminia deve il suo nome al console Caio Flaminio che la realizzò in soli due anni, dal 220 al 218 a.C., con lo scopo di collegare Roma a Rimini ed alla costa adriatica. Il tracciato aveva inizio dalla porta Fontinalis o Ratumena, che dalle pendici del Campidoglio correva lungo l’asse della via Lata, l’attuale via del Corso fino a raggiungere la porta Flaminia nell’attuale Piazza del Popolo.  Da qui la consolare correva dritta fino al Tevere e lo attraversava su Ponte Milvio, per poi dirigersi verso nord est.

Oltre ai numerosi mausolei e monumenti funerari che costeggiavano il percorso, una delle più rilevanti evidenze archeologiche è la Villa ad Gallinas Albas, nota oggi con il nome di Villa di Livia a Prima Porta, attribuita a Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto e madre di Tiberio. La villa, da cui provengono i grandiosi affreschi oggi al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme, era organizzata in una struttura a terrazze con edifici residenziali affacciati su quella centrale.

Da qui la Flaminia proseguiva dritta verso il monte Soratte attraversando quelli che oggi sono piccoli e ben conservati borghi medievali, che custodiscono monumenti antichi ma anche secolari tradizioni.

L’attuale Sacrofano sorse probabilmente in epoca etrusca. Il nome originario del paese era Scrofano (ancora oggi sullo stemma del comune vi è una scrofa), mentre l’attuale è dovuto ad una falsa etimologia (sacro fano = sacro tempio) legata alla presenza di un tempio circolare sulla vetta del monte Musino. Il borgo conserva la chiesa di San Giovanni Battista, rifatta nel XVI secolo (dell’origine medievale rimane il bel campanile romanico), la rinascimentale chiesa di San Biagio ed il seicentesco palazzo. Nei pressi di Sacrofano sono i santuari della Madonna della Grotta, con un’immagine della Madonna dipinta su un blocco di tufo e, poco più distante, meta di pellegrinaggio, il santuario di Santa Maria del Sorbo, costruito nel XV secolo, dopo la miracolosa apparizione della Madonna vicino ad una pianta di sorbo.

Più a nord Castelnuovo di Porto raggiunse una certa importanza solo nel Medioevo quando divenne feudo della famiglia Colonna. Oggi merita una visita la Rocca Colonna, fortificata nel XIII e ancora nel XVI secolo, la chiesa di San Silvestro in Colonna e la collegiata di Santa Maria Assunta.

Capena fu colonia romana e famosa per la presenza al centro di un bosco sacro (lucus) di un tempio dedicato alla dea sabina Feronia, la protettrice degli animali.  Nell’attuale parco archeologico sono visibili i resti del foro, numerose tabernae, le terme e l’anfiteatro, tra i più piccoli rinvenuti in Italia.

Nel territorio di Fiano Romano, invece, sono visitabili i resti di un’imponente villa, posta a poca distanza dall’antico centro, appartenuta ai Volusii Saturnini, come testimonia l’iscrizione rinvenuta durante le indagini archeologiche. La villa fu scoperta nei pressi di Fiano Romano nel 1960 in occasione della costruzione dell’Autostrada del Sole.

Il percorso della consolare prosegue fino ai piedi del monte Soratte, in cui sorge Rignano Flaminio, con la Rocca Savelli e la collegiata dei Santi Vincenzo e Anastasio.

La vetta del Soratte, che si staglia solitaria tra i 410 ettari della Riserva Naturale del monte omonimo, è luogo affascinante e misterioso. Fin dall’epoca preromana fu un posto designato ad accogliere culti religiosi e questa vocazione sacra continuò anche nel Medioevo, tanto che il monte divenne sede di un tempio cristiano e di numerosi eremi medievali, dove, secondo la tradizione, fu battezzato l’imperatore Costantino, miracolosamente guarito dalla lebbra.

Una passeggiata storico-monumentale permette di visitare il monte, che il poeta Orazio definiva candido, perché sempre ammantato di neve, tra gli eremi di Sant’Andrea, Santa Lucia, San Sebastiano e Santa Romana.

Le leggende che circondano il monte sono state alimentate anche dalla presenza dei meri, gigantesche voragini carsiche che si aprono a cielo aperto nella roccia, identificate a lungo come le porte per il regno degli Inferi. Di particolare bellezza sono poi le grotte, tra cui quella di Santa Lucia, la più profonda del Lazio, ricca di stalattiti e stalagmiti.

Appoggiato al Soratte, all’interno dell’omonima riserva, è Sant’Oreste. Il borgo antico, d’origine medievale, conserva molte testimonianze rinascimentali, come il lineare Palazzo Canali, progettato secondo la tradizione dal Vignola e la collegiata di San Lorenzo, al cui interno è possibile ammirare un bell’organo barocco.

La via proseguiva quindi su due diversi tracciati, uno più montano e l’altro più diretto che attraverso Narni, Nocera Umbra, Gualdo Tadino raggiungeva la costa adriatica. Dapprima la via raggiungeva Fano (Fanum), in seguito fu prolungata fino a Pesaro per terminare a Rimini, la cui fine era segnata dall’imponente Arco di Augusto.

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